Bussola Quotidiana

I cubani in Senato, protesta contro il regime

I rappresentanti di Cubani per la Democrazia e di ODV Democrazia e Libertà davanti al Senato hanno parlato della tutela dei diritti umani a Cuba e delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dal regime dittatoriale dell’isola. E hanno presentato quattro importanti richieste a tutela della popolazione cubana.

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

I rappresentanti dell’associazione Cubani per la Democrazia e dell’associazione ODV Democrazia e Libertà sono intervenuti il 30 giugno 2022 davanti alla Commissione Straordinaria per i Diritti Umani del Senato italiano, in un’audizione sulla tutela dei diritti umani a Cuba (video qui). Occasione propizia per mostrare le gravi violazioni dei diritti umani commesse dal regime dittatoriale dell’isola che, secondo loro, condizionano il mancato rispetto dell’Accordo di dialogo politico e di cooperazione («PDCA») tra l’Unione Europea e Cuba. 

“La repressione durante gli eventi dell’11 luglio è stata terribile e le sue conseguenze continuano ancora oggi”, ha affermato l’avvocato Julio Rodríguez, segretario generale di Cubani per la Democrazia, durante l’audizione presieduta dal vicepresidente della Commissione, il senatore Tony Iwobi. L’avvocato ha denunciato il pessimo bilancio del regime in materia di diritti umani nell’ultimo anno, la natura politica dei processi e le violazioni procedurali commesse contro i manifestanti dell’11 luglio 2021, nonché le torture inflitte ai prigionieri, compresi i minori, come rilevato dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino nel suo 2630° rapporto periodico del 3 giugno.  

Rodriguez ha inoltre condannato le pene di reclusione inflitte a Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel Castillo (Osorbo), artisti e membri del Movimento di San Isidro, in quanto “non sono conformi alle norme internazionali sui diritti umani, né a quelle dell’UE, trattandosi di reati a sfondo politico”. L’avvocato ha ritenuto la Commissione europea e gli Stati membri responsabili perché “tollerano passivamente violazioni come quelle descritte” e ha denunciato la complicità di aziende, come le spagnole Melia Hotels International SA e Grupo Iberostar, e la società di costruzioni Bouygues Bâtiment International, accusate di finanziare la sopravvivenza del regime. 
 

L’avvocato ha concluso il suo intervento con quattro richieste al Senato: revocare la ratifica dell’Accordo di dialogo UE-Cuba o, quantomeno, sollecitare la Commissione europea a sospenderlo immediatamente sulla base dell’articolo 85 dell’Accordo; aprire una commissione d’inchiesta sulla mancata sospensione o cancellazione dell’Accordo da parte dell’UE e/o dell’Italia per violazione della clausola sui diritti umani. Inoltre, esortano il governo italiano a chiedere alla Commissione di nominare un rappresentante speciale dell’UE per Cuba così come chiedono al Consiglio di applicare la legge Magnitsky dell’UE ai responsabili delle violazioni dei diritti umani a Cuba, che fanno parte della leadership militare, giudiziaria e politica del regime. 

Sara Sánchez ha parlato a nome dell’ODV Democrazia e Libertà per denunciare le pratiche di schiavitù moderna subite dalle brigate di medici cubani inviate in Italia durante la pandemia di Covid-19. Sanchez, di professione infermiere, ha criticato le istituzioni e i partiti politici italiani che hanno permesso il lavoro forzato dei medici cubani, nonostante le denunce già presentate agli organismi internazionali e alle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani cui erano sottoposti i medici e le loro famiglie. 

E non solo: Marco Pellitero, presidente di Cubani per la Democrazia, ha denunciato che i quasi 30 milioni di euro che l’Italia ha stanziato a Cuba negli ultimi quattro anni in aiuti alla cooperazione internazionale sono finiti nelle tasche della casta militare comunista che governa il Paese: “L’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo dal 2017 al 2021 ha erogato a Cuba, attraverso i suoi vari programmi, 28.982.993,33 € con una media annuale di 7.314.527,31”. 

E, come se non bastasse, ha denunciato che “la Viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Marina Sereni) si è accordata con il regime comunista per un contributo triennale di 12 milioni di euro”. Secondo Pellitero la dittatura ha sempre usato in maniera “fraudolenta” i fondi della cooperazione internazionale inviati dall’Italia e da altri paesi europei attraverso istituzioni, agenzie e associazioni di amicizia per finanziare la repressione dei cubani.  

“Le forme di associazione della società civile del regime cubano rispondono direttamente al regime in quanto vincolate dagli statuti e agiscono come meccanismi di controllo della società e come organizzazioni paramilitari nella repressione violenta di chiunque si dichiari contro la dittatura”, ha sottolineato l’attivista cubano.  

Di conseguenza, i fondi della cooperazione italiana “dovrebbero essere dedicati alla vera società civile costituita dai difensori dei diritti umani a Cuba e dai prigionieri politici e dalle loro famiglie, nonché al rafforzamento delle associazioni cubane in Italia e in Europa che lottano per ristabilire la democrazia e lo stato di diritto nella loro patria”. 

I cubani liberi hanno denunciato come in Italia coloro che svolgono attività per i diritti umani vengano spesso diffamati e calunniati, accusati di essere pagati dal governo statunitense “senza apportare prove di nessun tipo, e non sono ammesse critiche nei confronti del regime cubano”. 

Infine, hanno avvertito che la dittatura cubana si trova alle porte di una prossima rivolta. L’Osservatorio cubano dei conflitti (OCC) ha documentato 185 proteste pacifiche lo scorso maggio, di cui 77 per i diritti politici e civili (42%) e 108 per i diritti economici e sociali (58%).

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