Bussola QuotidianaItaliano

A Cuba, l’orrore del regime comunista. Tutti i prigionieri politici sono torturati

Il rapporto dell’organizzazione nonprofit Prisoners Defenders, svela l’orrore delle carceri cubane. Tutti i prigionieri politici, donne e bambini inclusi, hanno subito torture fisiche e psicologiche in carcere. Ci sono casi di detenuti uccisi dagli aguzzini e molti tentano il suicidio. Oltre che dalla crisi economica, ormai cronica, i cubani scappano dal terrore del regime: solo l’anno scorso, circa 400mila hanno abbandonato il Paese. Eppure il regime comunista cubano non fa notizia, Borrell, a nome dell’Ue non incontra le vittime. E le nostre regioni, che accolgono i medici cubani, stipulano contratti milionari con l’Avana. 

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

“Gabriela è stata torturata per essere scesa in piazza e all’età di 17 anni, quando l’hanno portata in prigione, le guardie l’hanno violentata. E cosa succede alle donne adulte? María Cristina e Angélica sono state arrestate e picchiate fino a farle svenire. María Cristina è stata trasferita in un luogo chiamato ‘Prigione dell’AIDS’. Entrambe sono ancora oggi detenute”.

Le storie di orrore di Gabriela, María Cristina e Angélica sono solo tre dei 181 casi trattati nel Primo Studio sulla Tortura a Cuba, realizzato dall’organizzazione non profit Prisoners Defenders, con sede in Spagna. Un vero manuale dell’orrore che nelle sue 271 pagine (leggere qui) descrive dettagliatamente cosa patiscono le vittime del regime cubano.

Il rapporto, intitolato “La tortura a Cuba” è stato presentato martedì scorso, 30 maggio, in una conferenza stampa online guidata dall’attivista per i diritti umani Javier Larrondo, presidente di Prisoners Defenders. Inoltre, hanno partecipato la vicepresidente del Parlamento Europeo, Dita Charanzová; Javier Nart, membro del Parlamento Europeo e vicepresidente del Dcam (Delegazione per i Rapporti con i Paesi dell’America Centrale); e Juan Salafranca, vicesegretario generale del PPE, tra gli altri.

Javier Larrondo ha spiegato che i 181 casi sono stati scelti, quale campione, tra i 1.277 prigionieri politici registrati sull’isola negli ultimi 12 mesi, da aprile 2022 a marzo 2023. “E abbiamo confermato che tutti i prigionieri politici, tutti, sono stati torturati, e l’80% di loro ha subito più di 5 tipi di tortura”, ha affermato. Il presidente di Prisoners Defenders ha assicurato che lo studio dimostra che “a Cuba ogni persona detenuta per aver espresso un’opinione contraria al sistema vigente è stata torturata. Li torturano senza pietà e senza sosta, con l’unico limite di evitare che ci siano troppe prove o evitare la morte del detenuto. Finché è possibile, perché è successo anche questo”.

Inoltre, dei 181 casi documentati, quattro vittime erano minorenni quando sono state arrestate e 22 avevano meno di 21 anni: “Jonathan Torres Farrat, fermato all’età di diciassette anni, ha sofferto quindici tipi di tortura; Gabriela Zequeira Hernández, diciassette anni, quattordici tipi di tortura; Brandon David Becerra Curbelo, diciassette anni, otto tipi di tortura; Cristian Enrique Salgado Vivar, diciassette anni, otto tipi di tortura”.

E non solo, il rapporto è stato in grado di documentare almeno 15 modelli di tortura: attraverso le dichiarazioni effettuate su un modulo con 38 campi di risposta, che ha consentito di comporre un database in Excel. “Le forme più comuni di tortura, compresi i maltrattamenti e i trattamenti inumani inflitti ai minorenni, in questo studio sono risultate: l’umiliazione, l’abuso verbale e la degradazione, l’isolamento punitivo, l’aggressione fisica, la reclusione in isolamento, l’isolamento, la privazione del sonno, la privazione di liquidi e cibo e la negazione di cure mediche”, ha elencato. “E anche se non uccidono i torturati, fanno desiderare a molti di questi giovani di smettere di vivere. Sono già diversi quelli che hanno tentato il suicidio”, ha aggiunto, rivolgendo un appello all’Unione europea perché agisca in difesa della “verità”.

“Cuba tortura ferocemente ognuno dei suoi prigionieri politici – ha continuato Larrondo – Ho passato settimane a leggere le testimonianze di più di 250 intervistati e non ho potuto fare a meno di piangere, ma il più delle volte il mio cuore si è riempito di rabbia per il dolore che viene inflitto a numerose famiglie cubane mentre qui in Europa ci si volta dall’altra parte e questa realtà viene ignorata”. Non a caso, la notizia del rapporto sulle torture cubane è stata ignorata dai media italiani, mentre è stata pubblicata dalla maggior parte dei media ispano-americani.

L’occasione è stata propizia per ricordare la recente visita dell’alto rappresentante dell’Unione Europea (UE) per gli Affari Esteri all’Avana: “Giudicate se tutto questo è compatibile con il servizio estero dell’Unione Europea, con la visita di Josep Borrel per elogiare e sovvenzionare le imprese cubane”, ha dichiarato Larrondo, denunciando il fatto che il funzionario europeo abbia evitato incontri con i dissidenti vincitori del premio Sacharov, con i parenti delle vittime e con qualunque membro della società civile cubana.

“Capisco i doveri della diplomazia, ma c’è qualcosa che deve essere difesa: la verità. Se cerchiamo di mettere a tacere il dolore degli altri, quella non è l’Europa…. E la verità è che i membri del governo cubano stanno commettendo crimini contro l’umanità senza sosta. Signori: Videla, Pinochet, Somoza, oggi si chiamano Castro, Díaz Canel, Maduro, Ortega e Arce. Sono gli stessi mostri, con un cappello diverso ma altrettanto marcio (o anche di più) dei precedenti”, ha ribadito.

La cosiddetta rivoluzione cubana “è iniziata con la fucilazione di migliaia di persone e ancora oggi, sessantaquattro anni dopo, imprigiona e tortura migliaia di persone. Tanto che oggi la prima causa di emigrazione non è solo la miseria, ma anche la repressione. Così, l’anno scorso, circa 400mila persone sono fuggite dal Paese”.

Al tempo stesso, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Dita Charanzová, ha informato che nei giorni scorsi ha ricevuto in udienza un gruppo di esperti delle Nazioni Unite e della Fondazione per i Diritti Umani a Cuba, per affrontare la situazione dei diritti umani e delle libertà sull’isola. “Tutti hanno concordato sulla gravità della situazione e hanno sottolineato il peggioramento della crisi migratoria, la carenza di cibo e di medicine, e le violazioni dei diritti umani”.

Charanzová ha ricordato i legami di Cuba con Vladimir Putin e ha anche insistito sull’importanza che l’Unione Europea non mantenga legami economici con dittature e con Paesi che violano sistematicamente i diritti umani. Contrariamente a quel che hanno fatto le regioni di Lombardia, Piemonte e Calabria, che si sono avvalse della presenza di medici cubani in cambio di contratti milionari che ancora oggi finanziano le casse del regime castrista. Solo in Calabria, come già scritto su queste colonne, Occhiuto ha firmato un contratto che garantisce 2,3 milioni di euro all’anno alla società statale “Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos, S.A.”, nonostante le sanzioni statunitensi.

ARTICOLO ORIGINALE

Publicaciones relacionadas

Deja una respuesta

Botón volver arriba