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Il dopo Morales inizia con una «svolta» religiosa

Dalla croce «falce e martello» ai giuramenti sulla Bibbia. E poi il rifiuto degli idoli satanici, appelli alla fede, pellegrinaggi al Cristo Redentore. Per cancellare nel sentimento comune gli anni di ateismo al potere di Morales si punta su una svolta religiosa alla sudamericana: dalla neo presidente Jeanine Añéz al leader dell’opposizione Camacho.

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

“Anche le chiese ci accompagnano… La Bibbia ritorna al governo, la Bibbia ritorna al Palazzo”. Con queste parole e portando in mano una gigantesca Bibbia dei “Quattro Vangeli”, la senatrice Jeanine Añéz ha assunto la presidenza ad interim della Bolivia martedì 12 novembre, a seguito delle dimissioni di Evo Morales.

“Questa Bibbia è molto significativa per noi: la nostra forza è Dio, il potere è Dio, che Dio ci benedica cari fratelli boliviani”, ha ribadito, dopo aver mostrato una Bibbia rosa più piccola, dal balcone del palazzo di governo a La Paz, in un Paese che nel 2009 era stato dichiarato laico dall’ex “presidente indigeno”.

Così è diventata la seconda donna che assume la presidenza nella storia della nazione sudamericana. Il suo arrivo al potere è stato reso possibile dalle dimissioni di Evo Morales all’esecutivo, dalle dimissioni di Álvaro García alla vicepresidenza e da quella di Adriana Salvatierra alla presidenza del Senato. Non essendoci altra opzione e secondo la linea di successione stabilita dalla Costituzione, Añez, come vicepresidente del Senato, doveva occupare la posizione.

Chi è Jeanine Añéz? È un avvocato 52enne di Trinidad, una cittadina nel dipartimento amazzonico di Beni. Ha una laurea in Gestione della Pubblica Amministrazione e Gestione Sociale, Diritti Umani e Istruzione Superiore. Ha due figli di 29 e 24 anni e, secondo la stampa, è sposata con un politico colombiano, Héctor Hincapié, candidato al Senato della Colombia nel 2018 dal Partito Conservatore.

Añez è entrata in politica nel 2006, quando è stato eletta come rappresentante di Beni nell’Assemblea costituente che ha approvato la Costituzione in vigore dall’anno 2009. Durante quel processo, è stata membro del Comitato di Organizzazione e Struttura del Paese e ha sviluppato la parte dedicata al potere giudiziario. Dopo è stata eletta senatrice con il sostegno del partito “Plan Progreso para Bolivia-Convergencia Nacional”, di ideologia democristiana.

È cattolica e conservatrice, di conseguenza è stata membro del Comitato esecutivo nazionale del movimento socialdemocratico, affiliato all’Organizzazione democratica cristiana dell’America; e ha partecipato al Congresso iberoamericano per la vita e la famiglia, tenutosi lo scorso febbraio a Panamá.

E considera i riti indigeni “satanici”, secondo alcuni messaggi che ha diffuso su Twitter. “Sogno una Bolivia libera da riti satanici indigeni. La città non è per gli indigeni. Devono andare sull’Altiplano o sul Chaco”, ha detto il 14 aprile. “Nessun anno nuovo Aymara o stella del mattino! Satanisti, nessuno sostituisce Dio!”, ha scritto il 20 giugno.

Ma il primo ad annunciare l’arrivo della Bibbia al “Palacio Quemado” è stato il leader dell’opposizione Luis Fernando Camacho, presidente del Comitato Civico della regione di Santa Cruz. Lunedì 4 novembre si è prostrato ai piedi del monumento Cristo Redentore a Santa Cruz de la Sierra, per annunciare le sue intenzioni di recarsi alla sede del governo e affrontare Morales: “Non vado con le armi, vado con la mia fede e la mia speranza; con una Bibbia nella mia mano destra e la sua lettera di dimissioni nella mia mano sinistra”, ha detto Camacho. E così ha fatto domenica 10, è entrato nel palazzo e si è messo in ginocchio con una Bibbia nella sala principale, su una bandiera boliviana.

Jeanine Añez e Luis Fernando Camacho segnano la svolta in un Paese che per 14 anni è stato soggetto al regime di Evo Morales, un ateo confesso. La Bolivia è passata dal Crocifisso di falce e martello alla Bibbia dei “Quattro Vangeli”.

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