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L’Italia si impegna a salvare il Venezuela

Via libera del Senato alla mozione sulla crisi del Venezuela: 184 voti favorevoli, 41 contrari e 10 astenuti, primo firmatario Pier Ferdinando Casini. La mozione approvata martedì 24 gennaio, “è una bella pagina del Parlamento che appoggia fortemente il dialogo politico come unica strada per uscire dalla crisi venezuelana. E, al di là della diversità delle opinioni politiche, esprime un deciso impegno verso la nostra comunità e difende le attribuzioni dei diversi organi costituzionali”, ha affermato il presidente della Commissione Affari esteri del Senato.

di MARINELLYS TREMAMUNNO per LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

Il documento è passato col voto di una inedita coalizione di partiti: Lega Nord, CoR, Ala-Sc, Aut-PSI-Maie, PD, Ap (NCD-CpI). Hanno votato una mozione che, per prima volta, impegna il governo italiano ad affrontare la grave crisi del Venezuela. Una crisi che va oltre le differenze politiche: “Negli ultimi mesi la crisi economica si è ulteriormente aggravata, principalmente a causa delle scelte del Governo (Maduro), con il peggioramento di tutti gli indicatori e il raddoppio del tasso di povertà; l’aumento esponenziale del tasso di criminalità ha reso il Venezuela uno dei Paesi più pericolosi del mondo; nonostante una crisi umanitaria sempre più grave, caratterizzata in particolare da carenza di cibo, di medicinali e di dispositivi medici, il Governo (venezuelano) ostacola l’ingresso nel Paese di aiuti umanitari e le diverse iniziative internazionali, anche non governative, di sostegno alla popolazione”, si legge nel documento.

Respinto da Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista. Ancora fermi su vecchi pregiudizi ideologici, promossi dal giornale Il manifesto: “Uno schieramento al servizio degli interessi degli Stati Uniti, il cui obiettivo è controllare le grandi riserve petrolifere e di acqua potabile attraverso la strategia del caos costruttivo”, ha pubblicato lo scorso mercoledì 25 gennaio. E più triste ancora l’intervento di Paola Taverna del Movimento 5 Stelle: “Dopo quello che è successo nel fine settimana e ancora oggi, con il Centro Italia distrutto e il Sud inondato, uno viene in Aula al Senato e pensa: ora la politica farà qualcosa! Invece entri e scopri che dopo il minuto di silenzio e il ricordo delle vittime abbiamo parlato di Venezuela. Di come esportare la democrazia in Venezuela. Mi domando: ma secondo voi in Italia abbiamo problemi così poco gravi per dedicare una giornata di lavoro del Senato a come esportare la democrazia in Venezuela?”. Forse la Taverna non sa che in Venezuela vivono circa 160mila connazionali 2 milioni di anime se si contano anche i cittadini di origine italiana. Secondo la nostra Costituzione, gli italiani in Venezuela hanno i nostri stessi diritti e anche la loro vita è in pericolo.

Ora non si può tacere più sul Venezuela. Finalmente l’Italia deve “adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione Europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per ottenere dal Governo venezuelano un atteggiamento costruttivo per superare la situazione critica in cui versa il Paese; per impegnarlo a ripristinare la separazione dei poteri e salvaguardare le attribuzioni dei diversi organi costituzionali; per favorire un dialogo effettivo e stringente tra i diversi livelli di Governo, l’opposizione democratica e la società civile; per ottenere la liberazione di tutti i prigionieri politici”, si legge nel documento.

Ma non solo, è prioritaria l’attenzione per i più deboli. Il governo italiano dovrà impegnarsi “ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per alleviare la grave crisi umanitaria del Paese (Venezuela), in particolare a favore dei soggetti più deboli della società”. E soprattutto “approntare un piano straordinario di assistenza ai connazionali residenti in Venezuela, anche attraverso un rafforzamento delle nostre strutture diplomatico-consolari”. L’anno scorso infatti sono stati effettuati 954 interventi di assistenza attraverso la rete consolare in territorio venezuelano e la tendenza è in aumento.

Finalmente l’Italia ha capito la gravità della situazione. “La situazione in cui versa il paese non può e non deve lasciarci indifferenti. E dobbiamo come paese assumerci la responsabilità dei connazionali che si appellano al loro paese d’origine”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Angelino Alfano nel suo intervento in Aula al Senato durante il dibattito della mozione, sottolineando il parere favorevole del governo. “Vogliamo contribuire perché il Paese ritrovi la strada della pace e del dialogo, ma non vogliamo interferire sugli affari interni del Governo, anche perché sui meriti del Governo del presidente Chávez e del suo successore sarà la storia a pronunciarsi”.

Gli italo-venezuelani attendono i fatti, oltre le parole. Lo scorso 10 gennaio avevano consegnato un appello di otto pagine ai principali esponenti del Parlamento italiano, con una descrizione chiara sulla situazione drammatica del Venezuela e chiedendo azioni concrete. Hanno firmato il documento il diplomatico di carriera Milos Alcalay; Vanessa Ledezma, figlia del sindaco di Caracas Antonio Ledezma, prigioniero politico di Maduro; per conto degli italiani emigrati in Venezuela, Leonardo Lombardo; e Salvador Mendoza, attivista della ONG «Un Mundo Sin Mordaza» in Italia. L’appello ha avuto risposta dal Senato con la mozione Casini. La stessa iniziativa sarà conclusa la settimana prossima alla Camera dei deputati, presso la Commissione Affari Esteri, con primo firmatario il suo presidente Fabrizio Cicchitto e con il sostegno dell’On. Fabio Porta.

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