Bussola Quotidiana

Nazionalisti e comunisti: i tentacoli della dittatura cubana in Spagna

La Bussola intervista Sayde Chaling Chong García, dissidente cubano e presidente dell’Alleanza Iberoamericana Europea contro il Comunismo. Una denuncia sul rapporto tra il regime di Castro, il movimento indipendentista catalano e il governo spagnolo: «Vengono raccolti milioni che al popolo non arrivano»

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

Dopo 63 anni, la dittatura cubana ha stabilito un solido sistema di infiltrazione politica che non solo ha permesso l’occupazione silenziosa del Venezuela e di gran parte dell’America Latina, ma ha anche raggiunto il territorio spagnolo. L’aveva evidenziato il giornale ABC lo scorso 22 marzo 2021: “Il castrismo utilizza più di 50 associazioni di cubani residenti in Spagna e l’ICAP (Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli) per sostenere il movimento indipendentista basco e catalano”, si legge nell’inchiesta che mostra nel dettaglio la complessa rete (leggere qui).

Quindi, non è un caso che il presidente del governo spagnolo abbia rifiutato di definire il regime cubano una “dittatura”, né sono casuali le somiglianze ideologiche tra il discorso del castrismo e i gruppi indipendentisti. Per capirlo, la Bussola ha parlato con Sayde Chaling Chong García, un dissidente cubano che ha occupato pacificamente l’angolo adiacente al consolato del regime a Barcellona e che dall’11 luglio mantiene un piccolo bastione della libertà, riconosciuto da Google Maps come “Sede de los Cubanos Libres en Barcelona”.

Ma chi è Sayde Chaling Chong Garcia? È un musicista cubano arrivato in Spagna nel 2002 in una tournée del gruppo “Son Catedral” e ha lasciato il gruppo nell’ottobre dello stesso anno in una situazione violenta: «Ero aggrappato a una sbarra dell’aeroporto di Barajas (a Madrid) e, mentre mi picchiavano, è intervenuta la polizia. Allora ho detto ai funzionari che stavo cercando di riavere il mio passaporto e, beh, la polizia ha preso il passaporto da loro (dai membri del gruppo che erano anche uomini fedeli alla dittatura) e me lo ha ridato. Così è iniziata di nuovo la mia vita, con 30 euro in tasca e così ho cominciato a essere un uomo libero, a 22 anni. Da qui il mio impegno e la mia gratitudine verso questo Paese: in Spagna sono rinato», ha raccontato.

Lei è presidente dell’Alleanza Iberoamericana Europea contro il Comunismo e uno dei fondatori del Consiglio Europeo Cubano di recente creazione. Ci racconti cosa sono?
L’Alleanza è un’organizzazione il cui obiettivo è combattere il comunismo internazionale e vietare il comunismo a Cuba, vorremmo metterlo fuorilegge in tutto il mondo. Ci basiamo su una dichiarazione del Parlamento Europeo, che ha equiparato il fascismo e il comunismo, e se il fascismo è illegale, anche il comunismo deve esserlo. Ha molte più vittime e sta ancora facendo vittime. È un’ideologia malvagia e sanguinaria, per cui stiamo lavorando intensamente a livello politico. Allo stesso modo, abbiamo recentemente creato il Consiglio Europeo Cubano, dove siamo riusciti a riunire praticamente tutte le associazioni, piattaforme e attivisti cubani residenti in Europa. Attraverso questo Consiglio stiamo lavorando molto nelle ex repubbliche sovietiche, perché capiscono il nostro dolore, capiscono la nostra sofferenza, affinché si mostrino solidali e non ratifichino l’accordo PDCA (l’Accordo sul dialogo politico e la cooperazione tra l’Unione europea e Cuba), perché io vi assicuro che ci sono milioni, milioni di euro che finiscono a Cuba.

Lei è molto impegnato nella lotta contro il comunismo; cosa significa vivere in una città come Barcellona, ​​dove la sinistra è così forte?
Vivere a Barcellona è divertente e pericoloso allo stesso tempo; è divertente perché ti dai il piacere di dibattere sullo stesso terreno di gioco con chi non ha mai fatto una fila per mangiare, chi non ha mai avuto fame o bisogno, ma è anche pericoloso perché il comunismo è un’ideologia che fa leva sulle emozioni, proprio come il nazionalismo. Sono ideologie di emozioni e di solito finiscono con offese personali o aggressioni.

Cosa può dirci del rapporto tra la dittatura de L’Avana ei gruppi indipendentisti catalani e baschi?
Abbiamo scoperto l’intero rapporto tra una parte della classe politica in Catalogna e la dittatura. Un rapporto che arriva fino al punto da dar loro dei soldi, soldi che dicono siano per aiutare il popolo cubano, per alleviare la fame e che sappiamo non stanno raggiungendo il popolo…. Abbiamo scoperto che i soldi che provengono da qui, in Europa, dai comuni, attraverso le province, le regioni, sono milioni, milioni e milioni che finiscono a Cuba e stiamo lavorando per chiudere tutte le possibili fonti di finanziamento. Ad esempio, solo la regione del Paese Basco dal ’99 a oggi ha dato a Cuba 41 milioni di euro.

Oltre ai soldi, esiste un legame ideologico tra i movimenti indipendentisti in Spagna e il regime cubano?
Fanno lo stesso discorso sul vittimismo, il solito discorso degli americani che ci opprimono, ci perseguitano. Ebbene, qui è lo Stato spagnolo che perseguita, opprime. Sono grandi difensori di José Martí, per quello che rappresenta; infatti, la loro bandiera è una copia, è un misto della bandiera cubana e della bandiera catalana. Dicono che la Catalogna sia una colonia della Spagna dal 1714 e questa è una bugia grande come un castello… Hanno esattamente lo stesso messaggio, basta cambiare l’accento: «Siamo un sentimento, siamo una nazione, siamo un cuore, siamo i più grandi che sono nati sulla terra, abbiamo le persone più intelligenti, le ballerine più carine» e poi non è così…. Non si tratta più solo della libertà di Cuba, ma della libertà della Spagna e molte persone, per disinformazione, rifiutano di accettare che il comunismo e il nazionalismo siano malattie maligne che hanno distrutto il nostro continente e che intendono distruggere questo (l’Europa)  ovunque si trovino.

E i legami del regime con il governo spagnolo?
Sappiamo che recentemente c’è stato un incontro tra il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e il Partito Comunista di Cuba, per discutere sulle relazioni tra Cuba e l’Europa. Quali sono queste relazioni? La dittatura cubana ha un grande timore che l’accordo bilaterale sia rovesciato, perché lo stesso accordo dice che sarà automaticamente sospeso se i diritti umani vengono violati e Cuba viola i diritti umani 365 giorni all’anno. Inoltre, 19 partiti politici spagnoli sostengono la repressione del popolo cubano e la violazione dei diritti umani. Queste persone fanno pressione sulle istituzioni affinché ci tolgano dalle strade, ci zittiscano. Ci cacciano perfino dal nostro lavoro, non è facile essere dissidenti del regime cubano qui (in Spagna). Per questo continueremo a segnalare quali sono i nemici della libertà di Cuba, della libertà di Spagna e della Libertà d’Europa: i progressisti, una malattia maligna che deve scomparire.

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