Bussola QuotidianaItaliano

Nel Nicaragua di Ortega, i cattolici non sono mai al sicuro

Per la Giornata Internazionale di Commemorazione delle vittime degli atti di violenza su base religiosa o di credo, intervista a Teo Babun, presidente della Ong OAA, sulla sistematica persecuzione dei cattolici in Nicaragua, un caso grave e senza uguali nel continente americano

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

Martedì 22 agosto, per decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Onu), si è celebrata – per il quarto anno – la “Giornata Internazionale di Commemorazione delle vittime degli atti di violenza su base religiosa o di credo”. Una data propizia per ricordare la grave situazione della Chiesa Cattolica in Nicaragua, poiché proprio negli ultimi quattro anni la dittatura Ortega-Murillo si è accanita contro la comunità cattolica nicaraguense. Inoltre lo scorso 4 agosto si è compiuto un anno dalla cattura violenta del vescovo monsignor Rolando Álvarez, ancora in carcere nonostante i tentativi di negoziati falliti da parte di papa Francesco, che si è avvalso anche della mediazione del dittatore Miguel Díaz-Canel e di Lula Da Silva, membri del Foro di San Paolo, di cui fa parte Daniel Ortega.

“Dall’arresto di monsignor Rolando Álvarez nell’agosto 2022 e dopo il suo processo e la condanna nel febbraio di quest’anno, l’aumento della repressione della dittatura di Daniel Ortega è stato sistematico in tutto il Paese e in generale”, ha denunciato Teo A. Babun, presidente della Ong Outreach Aid to the Americas (OAA), in una conversazione esclusiva con la Bussola. Teo Babun ha avvertito che la dittatura Ortega-Murillo utilizza l’apparato statale “per reprimere e imprigionare cittadini, leader religiosi, imprenditori e attivisti politici in un atto di persecuzione senza precedenti in America Latina, soprattutto contro la Chiesa cattolica”. Outreach Aid to the Americas è un’organizzazione basata sulla fede, senza scopo di lucro, e uno dei suoi assi centrali è la difesa della libertà di religione e di credo. Inoltre, si dedica ad aiutare le comunità vulnerabili nelle Americhe attraverso assistenza umanitaria, programmi di sviluppo e difesa dei diritti umani. Di conseguenza, l’OAA monitora costantemente la situazione della libertà religiosa in Nicaragua.

La dittatura di Daniel Ortega perseguita solo la Chiesa cattolica?
No. Non esiste cittadino, forma di espressione organizzata, istituzione educativa, sia cattolica che sociale, o gruppo di opposizione politica che sia al sicuro dalle grinfie malevole della dittatura.

Quali sono le azioni più frequenti?
Le caratteristiche di questa persecuzione e repressione sono stati la reclusione, processi e condanne, la confisca di beni e immobili, deportazioni ed espulsioni, divieti di ingresso nel Paese e privazione della cittadinanza. L’unico paese della regione le cui pratiche repressive si avvicinano a quelle di Ortega è Cuba sotto la dittatura comunista, che perseguita anche i religiosi.

La scorsa settimana, infatti, il regime ha chiuso e confiscato l’Università Centroamericana (UCA) di Nicaragua, fondata nel 1960 dalla Compagnia di Gesù, dopo che la Decima Corte Penale di Managua ha emesso un’ordinanza in cui accusava l’UCA di essere “un centro di terrorismo che organizza gruppi criminali”. In altre parole, l’università dei Gesuiti, l’Ordine del Papa, è stata accusata di promuovere il terrorismo…
Sì. È l’ultimo sfrontato attacco alla Chiesa cattolica del Paese. Questa azione ha lasciato circa 5mila studenti e laureati in un limbo, incerti sul loro futuro professionale e personale. E, la settimana prima, il regime aveva crudelmente proibito a tre preti cattolici – Eladio Sánchez, William Mora e Tomas Zamora Calderón – di rientrare nel Paese al loro ritorno dal Portogallo, dopo aver partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù.

Inoltre, la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) e l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani per l’America centrale e i Caraibi anglofoni (Ohchr) hanno chiesto al governo del Nicaragua il rilascio immediato di monsignor Rolando Álvarez e di tutte le altre persone arbitrariamente private della loro libertà nel Paese. Come vede la sua situazione?
Alvarez si è già rifiutato due volte di essere rilasciato in cambio dell’esilio dal suo Paese. Sebbene il trattamento che il regime di Ortega riserva a monsignor Álvarez sia totalmente deplorevole, il vescovo, grazie alla sua fermezza e alla sfida nei confronti dei suoi aguzzini, è diventato una fonte di speranza e di ispirazione per i cattolici e per gli altri fedeli ovunque siano perseguitati a causa della loro fede.

LINK ARTICOLO ORIGINALE

Publicaciones relacionadas

Deja una respuesta

Botón volver arriba