Gallagher ha annullato il suo viaggio in Venezuela. La Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) ha reso pubblico il comunicato del Nunzio Mons. Aldo Giordano: “L’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, è stato costretto ad annullare il suo viaggio previsto in Venezuela nei giorni 24-29 maggio». Il motivo? “Non dipende dalla Santa Sede”, si legge nel comunicato. Parole che ancora non hanno una spiegazione ufficiale tra i membri della CEV, ma che senza dubbio uccidono la speranza di pace di un popolo in ginocchio.
di MARINELLYS TREMAMUNNO per LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
“È chiaro che Maduro ha boicottato la visita di sua eccellenza Gallagher”, ha riferito alla Nuova BQl’arcivescovo venezuelano Roberto Luckert, presidente della Commissione per la Giustizia e la Pace della CEV, sottolineando che “hanno capito male l’obiettivo della sua visita, doveva venire per l’ordinazione di Mons. Escalante come nuovo Nunzio del Congo… è un grande errore diplomatico del governo venezuelano”. Ormai la chiusura è una delle caratteristiche più evidenti del regime del delfino di Hugo Chávez, che ha portato al paese sull’orlo del baratro.
Intanto i venezuelani si battono per sopravvivere tra il crollo economico e l’allarme sicurezza. Il portale venezuelano Ecoanalitica avverte che lo scorso mese di aprile l’inflazione è arrivata al 750%, portando lo stipendio minimo appena stabilito a 12€ al mese (Bs. 15.051,15). Nel frattempo scarseggiano i beni di prima necessità, perfino il pane, e quando si trova da mangiare risulta impagabile: con un stipendio minimo si riesce a comprare 3 polli. Di fronte a questa realtà, solo ieri sono girate notizie di proteste per mancanza di cibo negli stati di Aragua e Cojedes, e anche tentativi di saccheggi ai supermercati di diverse città: Barinas, Valencia e San Juan de Los Morros. Situazione che peggiora le sanguinolente statistiche di 28 mila morti violente solo nel 2015, quasi un venezuelano su 1.000.
Ma il collasso sta portando la crisi umanitaria al culmine. Con la carenza di medicinali già oltre l’80%, la risposta del governo è stata il blocco degli aiuti umanitari delle organizzazioni no profit, come il clamoroso caso di Caritas Internazionale. “Muoiono gli ipertesi, muoiono i malati di cancro, muoiono i malati di Aids, muoiono i bambini negli ospedali per mancanza di medicinali… ma il governo continua a impedire l’arrivo dell’aiuto internazionale per non accettare che abbiamo una crisi umanitaria in Venezuela”, ha affermato l’arcivescovo venezuelano.
Maduro si rifiuta di accettare che è seduto su una bomba a orologeria. “Se questo non cambia, qui certamente ci sarà un’esplosione sociale”, ha avvertito Mons. Lucker. Per il porporato in Venezuela tutto può succedere. Ha allertato inoltre che il giro di vite di Maduro contro l’opposizione porterà soltanto a maggiori scontri e violenza: “Negli ultimi dieci anni il governo (chavista) ha cercato di spaventare il popolo venezuelano, abbiamo tanti prigionieri politici (oltre 70 persone), imprigionati e umiliati… Ma il popolo venezuelano è di nuovo sceso in piazza, chiede il referendum per revocare il mandato del presidente”. Ovviamente il figlio di Chavez fa di tutto per evitare il referendum, invocando anche guerre inesistenti con l’estero, mentre i venezuelani vivono in una guerra quotidiana per sopravvivere. In questo scenario, cosa potrebbe fare il Papa Francesco? “Pregare per noi”, ha detto Mons. Lucker.