Cuba, il popolo in piazza contro il comunismo. Solidarietà anche in Italia
L’importanza delle manifestazioni di Cuba non può essere sottovalutata, anche se nel sistema mediatico italiano passano parecchio in sordina. Il popolo cubano, dopo 62 anni di dittatura comunista, sta iniziando a ribellarsi, pacificamente e con molto coraggio. Anche nelle città italiane, a partire da Roma, le comunità cubane si mobilitano in solidarietà con la protesta. La risposta della politica è molto positiva, sia nel centrodestra, con l’interrogazione di Enrico Aimi (Forza Italia) che nel Partito Democratico, con le dichiarazioni di Andrea Romano a favore della protesta.
– CUBANI CONTRO IL REGIME, BLM CON LA DITTATURA di Stefano Magni
MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
Nonostante il tentativo dei media italiani di minimizzare le proteste a Cuba, l’11 luglio sarà ricordato nella storia come il giorno della ribellione dell’isola contro il comunismo. Migliaia di cubani sono scesi in piazza in quasi tutte le province, assaliti dalla fame, dalla mancanza di medicinali, dalla mancanza di libertà. In poche ore gli stessi cubani hanno smantellato 62 anni di farsa del regime castrista: «Libertà», «Patria e vita» e «Non abbiamo paura», ripetono con forza i manifestanti carichi della scintilla dell’insurrezione, accesa inizialmente nella cittadina di San Antonio de los Baños e diffusasi poi in tutta l’isola, scatenando una forte repressione da parte della polizia.
La testata indipendente Cubanet ha confermato il blocco mediatico che tenta di oscurare la situazione: “Il Paese è stato tenuto in isolamento per impedire al mondo di osservare in tempo reale la brutalità e la crudeltà delle truppe speciali contro i cittadini. Tra pochi giorni si saprà il numero reale dei morti, dei feriti gravi e degli arrestati” della dittatura sanguinaria rappresentata da Miguel Díaz-Canel e guidata dall’ombra dalla famiglia Castro.
La dittatura parla di un solo morto durante gli scontri, mentre sono 187 le sparizioni forzate registrate fino a mercoledì, secondo l’Ong Prisoners Defenders. “Ognuna dovrà essere spiegata”, ha affermato il suo presidente Javier Larrondo alla Bussola Quotidiana, informando di aver presentato la denuncia all’Alto Commissario delle Nazioni Unite. Parallelamente, Díaz-Canel ha assicurato che il cambiamento sarà possibile solo passando sui cadaveri dei rivoluzionari, nonostante il fatto che l’opposizione cubana sia pacifica e lo abbia ampiamente dimostrato.
E la scintilla dell’insurrezione cubana è arrivata anche in Italia: martedì 13 luglio, migliaia di cubani sono scesi in piazza a Montecitorio. Lunedì avevano protestato nei pressi della sede dell’Ambasciata per esprimere il loro rifiuto contro i funzionari della dittatura e giovedì è stato il turno del consolato cubano a Milano. Ma non è ancora finita: per domenica hanno nel mirino piazza San Pietro e lunedì si attende una grossa manifestazione a Piazza Barberini.
«Il popolo è potere», «Patria e vita», «Assassini» grida senza sosta il folto gruppo di cubani in Italia. Reclamano a gran voce l’intervento del governo italiano per porre fine alla dittatura castro-comunista. Un appello che ha ricevuto risposta da alcuni parlamentari, che non solo hanno espresso la loro solidarietà presenziando alla manifestazione a Montecitorio, anche con azioni precise, come il senatore Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Esteri, che ha presentato un’interrogazione martedì stesso.
Aimi chiede al ministro pentastellato (quindi pro-castrismo), Luigi Di Maio, “quali iniziative, anche di carattere diplomatico, si intendano attuare per soccorrere la popolazione cubana in questo momento di grandissima difficoltà sotto il profilo sociale ed economico; se si intenda convocare l’ambasciatore di Cuba a Roma affinché si apra una via diplomatica per la liberazione dei prigionieri politici e affinché sia garantita la libertà di manifestare”, si legge nel documento. “Le manifestazioni di queste ore dimostrano che c’è voglia di libertà e di democrazia. La comunità internazionale ha il dovere di far sentire forte e chiara la propria voce contro gli arresti arbitrari di un regime comunista che non può continuare a ledere in questo modo i diritti umani”, ha scritto Aimi.
E non solo, anche la sinistra italiana chiede democrazia per Cuba: “Sono vicino alle proteste di tante migliaia di cittadini cubani che stanno chiedendo lavoro, si stanno impegnando contro il Covid, stanno chiedendo libertà. Cose sacrosante che il Partito Democratico difende in ogni parte del mondo. Tra l’altro noi ci riconosciamo in quanto ha detto ieri il presidente degli Stati Uniti Biden, un presidente democratico, che ha chiesto al regime cubano di ascoltare le proteste dei suoi cittadini, proteste pacifiche, e di aprirsi alla cooperazione internazionale al fine di avviare una piena transizione democratica. Ieri, Borrell, il rappresentante della politica Estera Europea, ha chiesto lo stesso, cioè di rispettare e ascoltare le proteste dei cittadini, ed è la stessa cosa che chiediamo noi. Cuba merita democrazia, Cuba merita libertà!”, ha dichiarato l’On. Andrea Romano (PD), durante la manifestazione in Parlamento.
È chiaro che con il popolo cubano in piazza, sia dentro che fuori dell’isola, non si regge più in piedi il solito discorso della cospirazione della CIA o delle sanzioni degli Stati Uniti. “L’unico blocco che mantiene Cuba schiacciata nella miseria è la dittatura della famiglia Castro e Diaz-Canel”, ha affermato Alexander Cárdenas, un cubano residente in Italia che partecipa a tutte le proteste con le mani incatenate, in segno di protesta pacifica. Come lui migliaia continueranno in piazza. È vitale non lasciarli soli.