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«Il dottor Hernández beato, modello per il Venezuela»

Riconosciuto il miracolo dovuto all’intercessione del venezuelano José Gregorio Hernández, docente universitario chiamato «medico dei poveri». È stato «un eccellente ricercatore, un medico accurato e generoso, pieno di carità», ma soprattutto, spiega il cardinale Urosa Savino alla Nuova Bussola, «è stato un uomo di Dio». Che ogni giorno andava a Messa e recitava il Rosario. La sua beatificazione, prevista a Caracas nel primo trimestre del 2021, è una grande grazia per un Paese in crisi e sotto la dittatura di Maduro.

MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

Venerdì scorso, 19 giugno, il Venezuela ha ricevuto con grande gioia la tanto attesa notizia della decisione di Papa Francesco di autorizzare la beatificazione del dottor José Gregorio Hernández (1864-1919), uno dei figli più famosi della Chiesa venezuelana. L’informazione è stata divulgata attraverso un comunicato stampa della Santa Sede, che ha confermato la notizia che stava già circolando sui social dell’approvazione del miracolo occorso alla giovanissima Yaxury Solorzano. Il fascicolo era stato presentato lo scorso 18 gennaio 2019 alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma.

“Questo decreto indica che, con il suo intervento divino, Dio nostro Signore ha confermato le eccellenti virtù e la grandezza umana e cristiana di questo grande venezuelano, e apre le porte alla sua imminente beatificazione. Tutti i requisiti sono stati soddisfatti! Dio sia benedetto!”, ha affermato il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo emerito di Caracas.

I venezuelani hanno aspettato 71 anni per ricevere questa notizia, poiché la causa per elevare José Gregorio Hernández agli altari risale al 1949; nel 1986, san Giovanni Paolo II lo ha dichiarato venerabile. Il cardinale Urosa Savino è parte di questo percorso, poiché è stato vice postulatore da giugno 1984 a maggio 1990 e anche principale responsabile della causa come arcivescovo di Caracas da novembre 2005 a luglio 2018.

Tuttavia, la felicità non è completa e i venezuelani dovranno continuare ad aspettare. Una dichiarazione dell’Arcidiocesi di Caracas ha riferito che la cerimonia di beatificazione di Hernández “è in programma per il primo trimestre del 2021 a Caracas”. “Prepariamoci, allora”, ha detto visibilmente emozionato il cardinale Urosa, facendo i suoi complimenti al cardinale Baltazar Porras, oggi amministratore apostolico di Caracas e arcivescovo di Mérida, a monsignor Tulio Ramírez, attuale vice postulatore della Causa, a don Gerardino Barracchini e a tutti coloro che hanno collaborato nel lungo processo.

Nel frattempo, la Diocesi di Trujillo, da cui proveniva il dottor Hernández, si prepara ad onorarlo con un triduo di preghiera online e il 29 giugno il vescovo diocesano sarà presente al Santuario di Isnotú per la celebrazione dell’Eucaristia, trasmessa attraverso i media digitali. Purtroppo, la tanto attesa notizia della beatificazione del “medico dei poveri” è arrivata nel mezzo della crisi più drammatica nella storia del Venezuela: con un Paese in dittatura, senza servizi pubblici, in una catastrofe umanitaria, in crisi economica e, come se non bastasse, in quarantena rigida per decisione di Nicolas Maduro, che ha proibito ogni attività religiosa.

Mentre ci avviciniamo a commemorare il 101° anniversario della morte del “medico dei poveri”, il 29 giugno, la Nuova Bussola ha voluto conoscere le impressioni del cardinale Urosa Savino di fronte a questo evento così importante per il popolo venezuelano.

Cardinale, un grande numero di venezuelani attribuiscono all’intercessione del dottor Hernández molte guarigioni miracolose. In merito ci sono numerose testimonianze, tra cui includo la mia personale, perché da bambina mi sono ripresa senza conseguenze da un grave incidente, cosa possibile secondo la mia famiglia solo grazie alla sua intercessione. Ma cosa dice la Chiesa? Perché lo eleva agli altari?
La risposta è stata data dalla stessa Chiesa più di 34 anni fa. In effetti, il 16 gennaio 1986, san Giovanni Paolo II ha riconosciuto che José Gregorio aveva praticato le virtù in modo eroico. In altre parole, è stato un uomo molto virtuoso, che praticava con eccellenza sia le virtù teologiche della fede, della speranza e della carità, sia le virtù cardinali della prudenza, della giustizia, della fortezza e della temperanza. È stato un modello di eccellente condotta professionale e civile. Ha vissuto una vita santa! E può essere presentato come un vero esempio e modello di vita cristiana. Ecco perché sarà beatificato!

E i miracoli?
Il miracolo, d’altra parte, è come un sigillo divino che la Chiesa – passando attraverso il lungo processo di studio della vita e delle opere di una persona – va sottolineando con riguardo alla sua condotta, il suo comportamento nella vita e, soprattutto, la sua unione con Dio e il suo amore per il prossimo. Senza quelle virtù, senza quella convinzione ecclesiale, raggiunta attraverso studi seri e il sentimento del popolo fedele, non è possibile raggiungere la beatificazione.

Da buon conoscitore della causa, come descriverebbe il dottor Hernández?
José Gregorio Hernández era uno straordinario professionista della medicina. È conosciuto come il medico dei poveri, ricercatore scientifico e professore universitario. Un cittadino per bene ed esemplare nella pratica delle virtù civiche di onestà, patriottismo, responsabilità sociale, servizio alla comunità. Un esempio di comportamento familiare. Tutto questo è molto importante.

Ma c’è un aspetto che vorrei evidenziare, quello religioso. Sebbene sia sempre presente, non è sufficientemente preso in considerazione ed è il punto indispensabile per la sua beatificazione: José Gregorio era un uomo con un’intensa vita religiosa, spirituale e di pratica costante delle virtù teologiche di fede, speranza e carità.

Ci parli di più di questo aspetto…
È stato veramente un uomo di Dio. Ha vissuto permanentemente unito a Dio attraverso una fede viva, profonda e ardente che lo ha sempre spinto a fare il bene. Ha avuto una ferma speranza in Dio in mezzo alle difficoltà; ha espresso il suo amore per Nostro Signore attraverso una vita di intensa pietà religiosa e nell’amore al prossimo. Il dottor José Gregorio era un uomo da Messa quotidiana, di preghiera personale, molto devoto alla Beata Vergine Maria, che onorava con la preghiera quotidiana del Santo Rosario. Una persona che ha sempre vissuto pensando a Dio, mentre svolgeva perfettamente i compiti della sua professione medica e i doveri dei suoi impegni accademici.

La sua condotta può essere catalogata come un’esperienza eroica delle virtù proprio perché ha vissuto intensamente unito a Dio. Questo è importante che sia evidenziato, poiché molte volte ci fermiamo a sottolineare l’esatto adempimento dei suoi compiti professionali e doveri civici, e non viene segnalato abbastanza ciò che costituisce l’essenza della santità: l’unione vivente con Dio, seguendo e imitando intensamente Gesù Cristo nell’adempimento della volontà divina. Senza dubbio è stato un cittadino esemplare, un grande insegnante, un eccellente ricercatore, un medico accurato e generoso, pieno di carità. Ma anche molto di più: è stato un uomo di Dio.

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