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L’America Latina non è più così «cattolicissima»

Nonostante ci sia un Papa argentino, è un dato di fatto che la religione cattolica abbia perso forza in America Latina. La progressiva metamorfosi protestante del continente latino-americano è stata al centro della discussione dell’incontro “Pluralismo religioso e culturale in America Latina: sfide e opportunità”, tenutosi lo scorso 28 maggio nella sede della Pontificia commissione per l’America Latina, per iniziativa dell’ambasciata dell’Argentina presso la Santa Sede.

Di MARINELLYS TREMAMUNNO per LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

Le statistiche confermano il declino della Chiesa cattolica latino-americana.“Negli ultimi decenni la nostra regione ha registrato una significativa riduzione della percentuale di cattolici e una crescita parallela del protestantesimo. Così, tra il 1970 e il 2014, i cattolici sono passati dall’essere il 92% dei latinoamericani al 69%, mentre la percentuale di protestanti è aumentata dal 4% al 19%”. Lo ha ricordato l’ambasciatore argentino in Vaticano, Rogelio Pfirter, durante il benvenuto in apertura dell’evento, ricordando le statistiche della “Pew Reserch”.

La migrazione verso altre religioni o sette sembra inarrestabile. “L’estensione e la proliferazione attiva delle comunità evangeliche in tutta l’America Latina è impressionante”, ha affermato nel suo intervento il prof. Guzman Carriquiry, vicepresidente della Pontificia commissione per l’America Latina, sottolineando che la tendenza esiste soprattutto dagli anni ’50 e ’60. “Alla fine del secolo XIX, l’America Latina aveva meno di 25.000 protestanti, per lo più stranieri, da colonie trapiantate. Nel 1916 c’erano circa 128.000 protestanti in un continente di 70 milioni di abitanti, ma dal 1990 ci sono già 30 o 40 milioni di latinoamericani che si sono uniti alle più diverse comunità evangeliche o neo-pentecostali, di denominazioni molto varie”.

Il declino cattolico è stato spinto dal “risveglio” evangelico vissuto negli Stati Uniti. “Si è diffuso in tutto il mondo, ma in America Latina ha avuto una traccia di aggressivo anti-cattolicesimo, proselitismo, sostenuto da pastori, finanze e supporto logistico dagli Stati Uniti”, ha spiegato Carriquiry. Tuttavia, ha evidenziato che “questa migrazione religiosa dei battezzati della Chiesa cattolica solleva una seria interpellanza rispetto al senso di appartenenza dei suoi membri, delle sue modalità di costruzione della propria comunità e della sua funzione evangelizzatrice”.

Infatti, buona parte dei battezzati sono facile preda dei movimenti evangelici.“Nelle accoglienti comunità evangeliche si sperimenta un forte senso di appartenenza: la guarigione spirituale solleva un’autostima che mobilita coloro che sono considerati scelti da Dio. Si prendono cura dei loro bisogni materiali, attraverso la scuola, la salute e il lavoro, all’ombra dei templi che si moltiplicano facilmente. In questo modo, i cattolici più o meno passivi e nominali diventano evangelici attivi, devoti, con una maggiore disciplina nell’unità matrimoniale e con un maggiore impegno”, ha aggiunto Carriquiry. 

Il risultato è la diminuzione della quantità di cattolici in quasi tutti i Paesi della regione. Il vicepresidente della Pontificia commissione per l’America Latina ha avvertito che ci sono già due paesi in cui le proporzioni tra cattolici ed evangelici sono equivalenti: Guatemala e Honduras. Inoltre, ha evidenziato le statistiche di agenzie serie come “LatinoBarómetro” e “Pew Reserch”, che confermano che la quantità di cattolici è diminuita in quasi tutti i paesi dell’America Latina (Paraguay e Repubblica Dominicana sono un’eccezione).

Non a caso, perfino l’immagine di Papa Francesco si è deteriorata in America Latina. Il prof. Guzman Carriquiry ha ribadito che era troppo presto per valutare l’impatto degli ultimi pontificati, in particolare di quello del primo Papa latino-americano. Tuttavia, il sondaggio della stessa agenzia “LatinoBarómetro”, presentato lo scorso gennaio 2018, aveva invece mostrato una valutazione non molto positiva per Papa Francesco, che ha ricevuto un punteggio di 6.8, al di sotto di quel 7.2 che aveva ricevuto nel 2013.

Al tempo stesso, il declino della fede latino-americana contrasta con l’incremento di battezzati nel mondo. La fiducia nella Chiesa latino-americana è in calo: negli ultimi cinque anni è caduta di dieci punti percentuali, dal 73% nel 2013 al 63% nel 2018, secondo il rapporto di LatinoBarómetro 2018. Mentre l’Annuario Pontificio 2019 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2017, curati dall’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, hanno confermato recentemente che il numero di cattolici nel mondo è aumentato da 1.299 milioni nel 2016 a 1.313 milioni nel 2017, quindi dell’1,1%.

Per cui, ora più che mai, la Chiesa cattolica ha più sfide che opportunità nel cosiddetto Nuovo Mondo. In tempi di crescente secolarizzazione sociale, “questo fenomeno (di metamorfosi protestante) ha avuto un forte impatto sulla società tradizionale latinoamericana, non solo perché ha alterato l’universo tradizionale dei credenti, ma anche perché c’è un aumento significativo dell’indifferenza religiosa e dell’ateismo pratico”, ha infine concluso l’ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, Rogelio Pfirter.

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