Il mondo è in festa per la Canonizzazione della Santa dei poveri, Madre Teresa: “Testimone privilegiata di carità e di generosa attenzione ai poveri e agli ultimi”, secondo parole del Papa Francesco, in un telegramma inviato a padre Bernardo Cervellera, in occasione del Simposio internazionale organizzato lo scorso venerdì 2 settembre dall’Agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, presso la Pontificia Università Urbaniana. Il suo auspicio: che il suo esempio di vita “contribuisca a portare sempre più Cristo al centro della vita e a vivere generosamente il suo Vangelo nel continuo esercizio delle opere di misericordia, per essere costruttori di un futuro migliore, illuminato dallo splendore della verità”.
di MARINELLYS TREMAMUNNO per LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
Madre Teresa è stata in vita un’icona della Misericordia di Dio e oggi è la protagonista dell’evento più importante dell’Anno Santo della Misericordia convocato da Papa Francesco. Come possiamo interpretare questa canonizzazione, iniziata da San Giovanni Paolo II ma voluta dal pontefice argentino in questo contesto? Per capirlo, La Nuova BQ ha parlato con Monsignore Guido Mazzota, teologo e decano della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana, ma anche un consulente della Congregazione delle Cause dei Santi della Santa Sede che ha seguito da vicino la vicenda evangelica di Madre Teresa.
“La vita profonda di Madre Teresa parla di una sua perfetta identificazione con il crocifisso”, ha affermato Mons. Mazzota, sottolineando che proprio da questa sua identificazione con Gesù nasce la sua grande espansione di carità. “E credo che questo risponda alla predicazione del Papa Francesco. Non solo, potremo dire che la sua opera di carità che traduce la Misericordia di Dio, è un segno della misericordia materna di Dio verso i tutti gli uomini”.
Dove è radicata la santità di Agnes Gonxha Bojaxhiu, conosciuta da tutti come Madre Teresa?
Innanzitutto è evidente la sua fama di santità, nessuno dubita della sua santità, tanto dentro quanto fuori della Chiesa cattolica. Ho conosciuto Madre Teresa… Quella piccola donna, avvolta in un sari indiano e di esteriore fragilità ha la straordinaria compiutezza di una vita attorno alla sequela del Crocifisso e alla sete di anime. Lei custodisce intatta e, anzi, incrementa la forza necessaria per rapire il Regno. Tutti sapevano che era una donna che viveva nella carità. Ma la sorpresa è stata nel suo lunghissimo periodo di “notte oscura dei sensi”, come viene definito dai mistici. E proprio in questa prova mistica nacque la purificazione della sua fede.
Per Giovanni della Croce l’uomo è essenzialmente un essere in cammino, in perenne ricerca. Nel suo cammino verso la santità cristiana, come ha vissuto Madre Teresa questa prova mistica?
La vera sorpresa si trova nel carteggio di Madre Teresa con i direttori spirituali, nelle sue lettere. Dal 1948 in poi, sembra una persona depressa, sofferente. Questo periodo di “notte oscura dei sensi” lo ha vissuto per circa 15 anni. Nel 1953 per la prima volta confida la sua pena profonda per una “terrible darkness within”. Ma c’è un momento commovente: il 31 gennaio del 1960 o 1961 (a seconda delle fonti), quando scrisse “comincio ad amare le mie tenebre interiori, perché finora pensavo di dover sanare la sofferenza di Gesù quando muore di sete sulla croce, adesso sto capendo che devo lasciare che Gesù muoia dentro di me”. La sua vita di carità nasce in questa frase. Il lunghissimo Getsemani di agonia e d’oscurità interiore che scandisce il percorso mistico di Madre Teresa non le impedisce di dedicarsi agli altri accollandosi fatiche disumane e senza mai rivelare l’intimo tormento, anzi con il sorriso sempre pronto per chiunque avesse bisogno di aiuto e di conforto… La santità di Madre Teresa ha una dimensione Mistica e si basa nella sua relazione intima con il Crocifisso.