Perché stare alla larga dal Venezuela di Maduro. Parla Tremamunno
La situazione di stallo, gli errori dell’opposizione (di Guaidó) e il ruolo della comunità internazionale in Venezuela spiegati dalla giornalista Marinellys Tremamunno, autrice del libro “Venezuela, l’Eden del diavolo”
Di Rossana Miranda / Formiche
Molto si è detto sulla crisi del Venezuela, ma per capire il dramma dei venezuelani dall’interno è molto utile leggere le pagine del libro “Venezuela, l’Eden del diavolo” (Edizioni infinito) di Marinellys Tremamunno, giornalista venezuelana radicata a Roma. Nel testo la Tremamunno ha raccolto le testimonianze di 12 vescovi e 2 cardinali venezuelani. Il libro è stato presentato oggi al Centro Studi Americani dall’autrice insieme all’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, al deputato venezuelano Armando Armas, a quello italiano Alessandro Battilocchio e ai senatori Roberto Rampi e Adolfo Urso.
Vescovi e cardinali grazie alle loro testimonianze date a Tremamunno hanno fatto chiarezza sulla perdita di dignità del Paese, il sistema di tortura e persecuzione attuato dal regime di Nicolás Maduro, una persecuzione anche religiosa perché proprio la Chiesa stessa è vittima di attacchi e violenza.
FERMI ALLA CRISI
In una intervista con Formiche.net Tremamunno ha spiegato a che punto si trova la crisi venezuelana e quali sono stati – secondo lei – gli errori commessi dall’opposizione di Juan Guaidó: “Purtroppo, la crisi venezuelana si trova in una situazione di stallo. Il Paese in questo momento è in ginocchio, e sta subendo una crisi economica e umanitaria senza precedenti. Il regime opera attraverso l’uso della forza ed il controllo della vita quotidiana. La maggior parte delle persone sopravvive di elemosine del governo, poiché la crisi economica ha distrutto l’economia. Il costo della vita è carissimo, portando così i prezzi alle stelle e costringendo le persone a non riuscire a comprare neanche il minimo indispensabile per sopravvivere. È nata un’economia corrotta, controllata da un oligarchia collegata al governo che vive di scambi e vendite illegali; mafie che si approfittano della condizione di miseria del popolo venezuelano”.
PERDITA DELLA SPERANZA
In questo contesto, la perdita più grave e rischiosa è quella della speranza. “Il popolo venezuelano è schiacciato e sequestrato da un gruppo di criminali che non solo è riuscito a prendere il controllo della vita quotidiana (mancano i servizi pubblici, il cibo, ecc.) ma ha perso anche la voglia di combattere per la sua libertà” – sostiene la giornalista -. È un popolo che è stato colpito nella sua morale. I venezuelani sono scesi in piazza tante volte, hanno sofferto persecuzione, tortura, violazione dei diritti umani, arresti illegali. Ora si trovano ad un bivio: investire il proprio tempo nel cercare qualcosa da portare a tavola per mangiare a casa o scendere in piazza e mettere a rischio la propria pelle per qualcosa che non è sicuro funzionerà”.
GLI ERRORI DI GUAIDÓ
La giornalista considera che il presidente ad interim, Juan Guaidó, non sia riuscito a cogliere la grande occasione avuta a febbraio. Contava sul sostegno della comunità internazionale e del popolo venezuelano che continuava a protestare. Ma l’errore è stato cadere (ancora una volta) nella trappola del dialogo con il regime di Maduro, non garantire un’unità massiccia tra le forze dell’opposizione (privilegiando il suo partito Voluntad Popular e sottovalutare la forza del regime e delle mafie che sostengono Maduro).
Secondo Tremamunno, è molto difficile che il Venezuela riesca a liberarsi da solo da questa situazione: “Qui non stiamo parlando di un regime dittatoriale tradizionale: in Venezuela si parla di un misto tra un regime che ha il controllo del Paese e la presenza di mafie, di gruppi terroristici e di narcotraffico internazionale presenti in tutto il territorio venezuelano […] Serve non solo un’opposizione unita, un piano chiaro e trasparente, senza negoziati. Con il sostegno della comunità internazionale, ma per mantenere questo aiuto internazionale serve coerenza”.
IL PARAGONE CON BOLIVIA
Sul perché la Bolivia ce l’ha fatta e sul Venezuela, Tremamunno è chiara: “In Bolivia l’opposizione si è mantenuta unita nella lotta, in piazza per 21 giorni. Lì non esiste infiltrazione esterna come in Venezuela. Sì, anche loro hanno presenza di “colectivos” (civili armati che perseguitano ed esercitano violenza), ma non c’è un sistema repressivo così efficiente come quello attivo in Venezuela. In questo senso Evo Morales è stato più moderato rispetto a Nicolás Maduro”. Ugualmente, la giornalista sottolinea che l’opposizione boliviana non ha accettato di negoziare con Morales. Sono riusciti a fare pressione e condurre il presidente alle dimissioni perché l’opposizione era compatta”.
LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
“Il ruolo degli Usa e della comunità internazionale è importante per riuscire a lottare contro le mafie e gruppi di narcotraffico – ha spiegato Tremamunno -. È importante seguire i gruppi criminali con la giustizia e le forze dell’ Intelligence, poichè guadagnano dal riciclaggio di denaro, ed hanno un sistema, una struttura presente a livello internazionale. Credo che la comunità internazionale possa aiutare il Venezuela colpendoli. Questo può essere il loro contributo principale”.
E IL VATICANO…
È molto criticata la posizione (tiepida) del Vaticano rispetto alla crisi del Venezuela. Per Tremamunno, è il risultato della vicinanza di Papa Francesco con i gruppi socialisti e il Foro de São Paulo presente in Sudamerica: “Il Vaticano e il Papa conoscono benissimo le cause che hanno portato alla distruzione del Venezuela. Conoscono l’eden del diavolo, gli orrori che soffrono i venezuelani. Il problema è la differenza di visioni su come affrontare questa crisi. Credo che questo non abbia aiutato la lotta del popolo venezuelano per la sua democrazia e la sua libertà. Il Vaticano sostiene ancora i negoziati e considero che sia un errore perché – come si può vedere nelle testimonianze dei vescovi che ho raccolto per il libro – non è possibile negoziare con il male, il bene deve imporsi sul male. È fondamentale per ritrovare la luce in mezzo alle tenebre che mantengono in ostaggio il popolo venezuelano. Un frase che ripeto sempre per fare capire cosa serve per risolvere la crisi venezuelana è di Papa San Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia”, e in Venezuela non servono negoziati, serve giustizia per combattere i gruppi criminali e porre fine all’orrore ha distrutto il nostro paese”.