Il documento scovato da ABC sui presunti finanziamenti 5 Stelle da parte del regime di Chavez è verosimile. I 3,5 milioni di euro potevano provenire dalle spese segrete del Paese? Sì, perché c’è un fondo speciale creato durante il governo di Eleazar López Contreras non soggetto a controlli e gestito dal «Servizio di sicurezza nazionale». E poi gli uomini citati. Ogni elemento rivelato dal quotidiano spagnolo sembra veritiero e, senza dubbio, meritevole di una seria indagine da parte della magistratura
MARINELLYS TREMAMUNNO / LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
La notizia del documento «segreto» dell’intelligence militare di Hugo Chávez (datato 5 luglio 2010), che presumibilmente conferma che il Movimento 5 Stelle avrebbe ricevuto 3.5 milioni di euro in nero da Nicolas Maduro, allora Ministro degli Esteri, attraverso una valigia diplomatica consegnata dal console venezuelano a Milano a Gianroberto Casaleggio, sta scuotendo la politica italiana.
Il quotidiano spagnolo ABC ha pubblicato il documento e, nonostante il suo autore, il giornalista Marcos García Rey, abbia assicurato che lo scoop è stato verificato con diverse fonti, comprese quelle dell’intelligence venezuelana, le minacce di azioni legali nei confronti del giornale da parte di Vito Crimi e Davide Casaleggio sono state immediate. Se fossero veri il documento e i fatti presenti nell’articolo di García Rey, si spiegherebbe il motivo delle strette relazioni tra il partito di Beppe Grillo e la dittatura venezuelana, che avevamo già evidenziato in passato (leggi qui).
E in questi tempi in cui le fake news sono diventate il nostro pane quotidiano, alla Nuova Bussola Q abbiamo deciso di esaminare attentamente il contenuto del documento, per cercare di confermarne la sua veridicità. In primo luogo, con una semplice ricerca su Google è possibile confermare che gli elementi grafici presenti in esso corrispondono ai loghi utilizzati nel 2010 dalla Direzione Generale dell’Intelligence militare del Ministero della Difesa venezuelano. Inoltre, come giornalista venezuelana, posso confermare la familiarità con la fonte e lo stile di scrittura del testo. Questi elementi potrebbero indubbiamente corrispondere agli elementi di una comunicazione comune, scritta da un funzionario venezuelano.
In secondo luogo, il documento riferisce che i 3,5 milioni di euro provenivano «dalle spese segrete del Paese». Ci sono spese segrete in Venezuela? Sì, la figura delle spese segrete è stata creata durante il governo di Eleazar López Contreras, attraverso il bilancio nazionale dell’anno 1937. Da allora, queste spese non sono soggette a controlli e sono gestite dal «Servizio di sicurezza nazionale», con il controllo assoluto del governo in carica. In effetti, in passato la presenza di una valigetta piena di soldi delle spese segrete di Hugo Chávez aveva già fatto notizia: nell’agosto 2007, l’ex presidente venezuelano aveva inviato una valigetta con 800.000 dollari in contanti all’Argentina come contributo alla campagna presidenziale di Cristina Kirchner.
Terzo elemento: per comprendere il contenuto del documento, si deve conoscere chi sono i personaggi che vengono citati. Il primo a comparire è Tarek El Aissami, Ministro degli Interni al momento della scrittura della lettera; oggi è Ministro del petrolio della nazione sudamericana. Si tratta di uno degli «uomini forti» del regime venezuelano. È di origini libanesi ed è stato vincolato con Hezbollah, “attraverso Gahzi Nasserddine (ex incaricato d’affari dell’Ambasciata venezuelana a Damasco) e suo fratello Ghasan Atef Salameh Nasserddi, presumibilmente incaricato di reclutare arabi venezuelani, per inviarli al sud del Libano per ricevere addestramento nei campi di Hezbollah”, ha affermato il portale di notizie Infobae. È uno dei quindici chavisti, incluso Maduro, indiziati di «narcoterrorismo» dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per presunta alleanza con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) con l’accusa di «inondare» di cocaina il territorio statunitense ne corso di decenni. L’amministrazione di Donald Trump ha emesso una taglia di 10 milioni di dollari per il suo arresto.
E risulta d’obbligo menzionare due personaggi che, sebbene non compaiano con nome e cognome nel documento, sono di aiuto per comprendere il contesto. Secondo García Rey, il console della delegazione diplomatica venezuelana a Milano, Gian Carlo di Martino, «ha agito da intermediario prima che il destinatario finale, Gianroberto Casaleggio, ricevesse i soldi in contanti».
Chi è Di Martino? È un politico italo-venezuelano, originario del Zulia, ex sindaco di Maracaibo, che nel 2008 avrebbe ricevuto denaro da Odebrecht per finanziare la sua campagna elettorale per il governo del Zulia. Questo è stato confermato da Euzenando Azevedo, Presidente di Odebrecht-Venezuela, che ha fornito informazioni dettagliate al sistema giudiziario brasiliano su come funzionavano le tangenti pagate dalla controversa società in cambio di lavori pubblici venezuelani. Un caso di corruzione che ha coinvolto direttamente il Chavismo e che, secondo le indagini, avrebbe commissionato a Odebrecht almeno 30 opere per un totale di 20 miliardi di dollari. Molte di esse non sono state completate. Inoltre, i media locali segnalano che potrebbe essere vincolato a casi di corruzione presenti durante il suo mandato come sindaco. Venezuelani residenti a Milano lo hanno denunciato pubblicamente per aggressione.
Le valigie «rosse» non trasportano solo denaro. Per capirlo, è essenziale analizzare l’ultimo personaggio, quello più importante: Hugo Carvajal, che era il direttore dell’Intelligence venezuelana, prima di Hugo Chávez (8 anni) e poi di Nicolás Maduro (2 anni), dal 2004 al 2014. Secondo le dichiarazioni di Alexander Duque González, alias «Chorizo», ex membro delle Farc, «El Pollo» Carvajal, come viene chiamato, aveva mobilitato cocaina in Spagna, Italia, Olanda, Francia e Germania attraverso valigie diplomatiche.
Il giornalista colombiano Herbin Hoyos sostiene che quando Hugo Carvajal è fuggito dal Venezuela, si è rifugiato in Spagna fino a quando la giustizia americana non ha chiesto la sua estradizione, cosa che non è stato possibile realizzare perché è scomparso da casa sua. I media spagnoli affermano che è protetto da Podemos, che ha collegamenti diretti con il regime venezuelano, additando direttamente Pablo Iglesias, attuale vice presidente del governo di Pedro Sánchez.
Carvajal era anche discepolo di Hugo Chávez all’accademia militare e uomo di sua totale fiducia. È arrivato in Spagna nel marzo 2019, fuggendo dal regime di Nicolás Maduro, dopo che a febbraio dello stesso anno aveva deciso di opporsi al dittatore sostenendo la presidenza ad interim di Juan Guaidó. La presenza di Carvajal in Spagna avrebbe qualche relazione con la pubblicazione del documento segreto dell’intelligence militare venezuelana su ABC? Non lo sappiamo, ma è probabile. Possiamo però confermare che ogni elemento rivelato dal quotidiano spagnolo sembra veritiero e, senza dubbio, meritevole di una seria indagine da parte del sistema giudiziario italiano.
Ci sono tuttavia ancora molte domande irrisolte: quale complicità avrebbe consentito alla valigia diplomatica di circolare senza controlli? Quanti episodi di questo tipo avrebbero potuto verificarsi in Italia durante i vent’anni in cui il Chavismo è al potere? Solo Casaleggio avrebbe ricevuto denaro? La presenza del Movimento 5 Stelle nel governo italiano è legittima di fronte a eventi così gravi? García Rey ha già minacciato di avere altre prove tra le mani, quindi questa storia è destinata a continuare…